Geologia

La riserva naturale è dominata dal rilievo di Monte Gallo, un massiccio carbonatico isolato (di natura calcareo-dolomitica) con andamento NNE – SSW, che raccorda il golfo di Mondello con quello di Sferracavallo. Consiste in un’area leggermente rialzata che culmina nelle vette di Pizzo Vuturo o dell’Avvoltoio (509 m), Pizzo della Sella (561 m) e Pizzo dello Stinco (541 m). Mostra un forte rilievo delimitato da scogliere alte centinaia di metri ed è affacciato sulla “Conca d’Oro” (pianura su cui è situata la città di Palermo) e sul Mar Tirreno.

Rientra nel più vasto territorio dei Monti di Palermo che costituiscono il segmento esterno della catena Appenninico-Maghrebide (Figura 1) caratterizzato da differenti aree paleogeografiche. È un sito spettacolare in cui le piattaforme rocciose carbonatiche del triassico-eocene superiore e i depositi quaternari continentali e marini sono ben esposti. Si è formato in seguito alla collisione continentale che ha dato origine ai Monti di Palermo, in cui le unità geometricamente più alte corrispondono a litotipi derivanti da domini paleogeografici più interni che hanno subito un maggiore trasporto.

Figura 1. (a) Schematic structural map of Central Mediterranean (after Catalano et al., 2013b): (1) Corsica-Sardinian units; (2) Calabrian Arc and Kabylian; (3) Maghrebian-Sicilian-Southern Apennine nappes and deformed foreland; (4) foreland and mildly folded foreland; (5) areas with superimposed extension; (6) Plio-Quaternary volcanites. (b) Tectonic map of the Palermo Mountains and location of the study area (after Catalano et al., 2013a).
Basilone, L., Di Maggio, C. 2016. Geology of Monte Gallo (Palermo Mts, NW Sicily), Journal of Maps, 12:5, 1072-1083, DOI: 10.1080/17445647.2015.1124716

 

Di seguito si descrivono alcune caratteristiche litologiche, strutturali e mineralogiche di alcune delle formazioni che si trovano nella riserva:

Biolititi a coralli

Affiorano nel massiccio carbonatico di Monte Gallo e sono caratterizzati da biolititi a coralli ed alghe, biolititi a spugne e idrozoi, biocalcareniti, biocalciruditi e brecce, calcari stromatolitici e calcari a megalodonti, rocce carbonatiche di colore dal grigio al bianco madreperlaceo, a stratificazione generalmente indistinta e intensamente fratturate.

 

Calcareniti bioclastiche

Sono costituite da una facies superficiale calcarenitico-sabbiosa con intercalazioni  di livelli argillosi e argilloso-sabbiosi, ed una sottostante composta da argille sabbiose azzurre fossilifere, passanti a silt e sabbie talora grossolane. Si tratta per lo più di calcareniti organogene giallastre e giallo ocra a cemento calcareo. La roccia calcarenitica si presenta a grana da grossa a fina, a tratti cavernosa, con resti e impronte di macrofossili.

Foto: Calcarenita

Detrito di falda

 

Si tratta di un deposito recente e attuale di natura carbonatica, radiolaritica e travertinosa a spigoli vivi, distribuiti in modo caotico, misti a limo sabbioso di colore bruno, localizzato al piede delle scarpate rocciose con spessori variabili.

Il limite perimetrali di Monte Gallo coincide con importanti lineamenti strutturali che danno luogo prevalentemente a pareti rocciose alte e ripide, subverticali o a strapiombo sul lato prospiciente il mare, interessati da fenomeni di crollo dovuti alla presenza di una fitta rete di discontinuità tettoniche, riconducibile a diversi sistemi di faglie, che isola blocchi di diverse forme e dimensioni, spesso in condizioni di equilibrio instabile. Tali condizioni di instabilità dovute alla tettonica sono aggravate dalla presenza di scavernamenti e nicchie causate dall’erosione marina e di grotte carsiche rimodellate dall’azione del mare. In questo contesto geomorfologico si sviluppano per lo più fenomeni di crollo, che in molti casi possono coinvolgere direttamente il tessuto urbano e la rete viaria che si sviluppano sui versanti di Monte Gallo.

La riserva presenta forme aspre fortemente influenzate dall’azione tettonica e ulteriormente modellate e complicate dall’azione delle acque superficiali. Frequenti sono i processi di dissoluzione chimica per carsismo che danno luogo alla formazione di doline e di grotte, anche di notevole ampiezza, spesso concentrate lungo allineamenti tettonici.

La fascia litoranea del Monte di Capo Gallo è un tratto molto suggestivo in cui il gioco delle correnti favorisce il mantenimento di acque particolarmente pulite. La bassa scogliera risulta bordata da un tipo di biocostruzione, costituita  dal concrescimento e dalla fusione in una massa unica di migliaia di conchiglie di un mollusco gasteropode, che hanno la forma di lunghi e tortuosi tubi calcarei. Il mollusco abitante i tubi del bordo esterno appartiene alla specie Dendropoma petraeum, mentre quello dei tubi più interni è il Vermetus triqueter. Tale struttura organogena, sviluppandosi orizzontalmente a livello intermareale, determina la creazione di quelli che sono stati definiti “trottoir”, ovvero marciapiedi, a vermeti.